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Borgna, laziale scozzese in terra inglese
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di Giorgio Bicocchi

Gianni BorgnaRaramente gli potevi tendere un tranello su una data, una formazione della Lazio. Un aneddoto, una ricostruzione. Un gol segnato da uno dei nostri centravanti ad una o ad un’altra squadra. Gianni Borgna, ex Assessore alla Cultura del Comune di Roma, conosceva come le proprie tasche la storia della Lazio.

Un appassionato dei nostri colori, uno di quelli – e non è retorica affermarlo oggi, a poche ore dal suo addio alla vita – con il dna classico da laziale. Sobrio nelle vittorie, eternamente positivo anche davanti ai rovesci del campo. Uno sempre presente, con una Lazialità sempre luccicante. Come quando – era la scivolosa estate del 2006 – si espose pubblicamente, a poche ore dai verdetti di Calciopoli, per dire che “la Lazio non rischia nulla perché nulla ha commesso”. Si era letto, come uno studente di Giurisprudenza alle prime armi, tutte le carte di un processo un po’ farlocco. Il tutto solo per capire i termini e le modalità di un possibile coinvolgimento della sua Lazio – uno dei grandi amori della sua vita, al pari della musica e della tradizione culturale – nella vicenda. Una ricostruzione che, vivaddio, venne riconosciuta dagli organi giudicanti, seppure dopo mesi di turbolenze.
Era presente, Gianni – assieme al Sindaco Veltroni – all’inaugurazione della targa toponomastica che, in via Cornelia, ricorda la morte ingiusta di Vincenzo Paparelli. E poi le partite all’Olimpico, vissute spesso in Tevere e altre volte in Tribuna d’Onore, abbracciando pure deputati e senatori che, in politica, la pensavano diversamente da lui. Perché la formidabile passione per la Lazio – com’era giusto che fosse – travalicava ideali politici diversi. Era un bel Laziale, Gianni, uno di quelli che, pur in una città difficile come la nostra, in cui il tifo per l’altra sponda spesso acceca e fa trascendere anche chi riveste incarichi istituzionali, preferiva scendere sempre in trincea, difendendo la nostra Lazio. Uno scozzese in terra inglese. Un aquilotto a diciotto carati. Peccato davvero che non ci possa accompagnare ancora.

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