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Paggi, grido di dolore: “Date un campo alla mia Lazio”
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di Giorgio Bicocchi

moreno paggiVia di Vigna Girelli, al Trullo: è qui la casa della Lazio Basket in Carrozzina. “Per quest’anno…”, puntualizza Moreno Paggi, ritratto a lato in foto, il Presidente della sezione, entrata nella famiglia Laziale dal luglio 2012. E poi? “Poi è tutto un quiz” – continua Paggi – “per quest’anno abbiamo un campo omologato dove giocare. Per l’anno prossimo ancora non sappiamo.

Ci occorre una palestra omologata: che significa omologata per chi pratica il basket in carrozzina come noi? Dotata di vie di fuga, bagni accessibili, tanto per cominciare, perché pratichiamo basket con mezzi meccanici, che necessitano inevitabilmente di spazi. Sognamo una palestra tutta nostra, senza dover fare notte fonda – come avviene adesso – per allenarci. Vi faccio un esempio: nella palestra del Trullo finiamo di allenarci, il venerdi’ sera, a mezzanotte per poi ripresentarci, per affinare gli schemi, il sabato mattina. Ho sollecitato Luca Pancalli, l’assessore allo sport del Comune di Roma. Ho scritto alle istituzioni. Ho ovviamente sensibilizzato la Polisportiva raccogliendo oggettivamente poco, al momento. Mi dicono che il momento del Paese-Italia è questo, ne prendo atto ma non posso non preoccuparmi per il prosieguo dell’attività. Si parla tanto di sport sociali ma poi si naufraga nei problemi di sempre. Se è un problema limitato a Roma? Girando per l’Italia mi sembra davvero di si: Cantu’ possiede il suo palazzetto per praticare il basket in carrozzina. Lo stesso accade a Genova dove il Comune affitta i propri spazi alle società”.
Una costante di chi pratica sport a Roma: dove farlo senza tornare a casa a notte fonda? I ragazzi della pallanuoto – prima di emigrare al Salaria Sport Village – si accomiatavano ad esempio dal Foro Italico, d’inverno, alle dieci di sera passate. Roba che, uscendo, rischiavi di prenderti una bella infreddatura. Senza ovviamente contare le altre Aquile tesserate per le altre nostre sezioni.
Parrebbe davvero un atto di fede praticare determinate attività sportive in una città complicata come Roma: eppure il basket in carrozzina è disciplina paraolimpica, che dovrebbe ricevere costanti segni di attenzione. E così il grido di dolore che Moreno Paggi lancia non è solo finalizzato alla ricerca di un impianto duraturo in cui allenarsi e disputare le gare di campionato. Servirebbero fondi per pianificare un futuro senza strappi, evitando, dall’estate in avanti di ogni stagione, di chiedere l’ingresso di nuovi investitori. “La situazione non è affatto rosea: abbiamo perduto l’abbinamento con la Lottomatica. E, probabilmente, anche il Gioco del Lotto ci lascerà alla fine della prossima stagione. E allora ho deciso di giocarmi – assieme ai ragazzi – l’ultima possibilità. Abbiamo allestito una squadra competitiva per provare a vincere il campionato di serie B, timbrando così la promozione in A. Abbiamo solo un modo per ritagliarci notorietà: vincere. Solo così, dal punto di vista mediatico e commerciale, avremmo forse la possibilità di sopravvivere. Con le vittorie sul parquet inseguiamo il nostro volano”.
E la squadra potrà farcela a vincere il campionato? “Abbiamo inserito ragazzi in gamba. Penso a Roberto Scagnoli, ad esempio, reatino, che è un pivot forte e pure Laziale. Un gruppo solido: sarà un anno fondamentale, inutile girarci attorno. Dagli eventuali riscontri che potrebbero pervenire dalle istituzioni e dal mondo dell’imprenditoria capiremo che futuro ci attende”.
Quale sarebbe il budget ideale per programmare una stagione senza stress? “Settantamila euro sarebbe la soglia massima, quella che tutti noi sognamo. Diciamo che con quarantacinquemila potremmo costruire qualcosa di serio. Provando anche a pagarci un canone di locazione per una palestra omologata, senza girovagare ogni anno, raminghi e senza patria”.
Ecco perché il prossimo (la presentazione della stagione della Lazio Basket in Carrozzina avverrà il 12 novembre p.v.) dovrà per forza essere l’anno della svolta. O si cresce – allargando gli orizzonti, pianificando investimenti e sinergie avendo una casa dove far lievitare le speranze – oppure si ammainano giocoforza le velleità.

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