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Giuliano Tinaburri: il “Viareggio” come tabù
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di Giorgio Bicocchi

La vittoria dello scudetto Under 23, nel maggio del ’74, due settimane dopo la conquista del tricolore ad opera della “prima squadra”, non ha lenito il suo rimpianto. Giuliano Tinaburri, il terzino arrembante della formazione Primavera, classe ’53, oggi stimato funzionario dell’Ina Assitalia, puo’ vantare un record assoluto e sicuramente jellato. Ha disputato infatti quattro edizioni, dal ’72 al ’75, della Coppa Carnevale di Viareggio, una rassegna per squadre giovanili in cui la Lazio, pur essendo arrivato piu’ volte vicina alla meta, mai, nella storia, ha messo in bacheca.


Bene, nell’arco di quattro stagioni, Tinaburri ha sempre cercato – invano – di infrangere l’incantesimo. Nella prima occasione, nel ’72, la Lazio venne estromessa negli ottavi di finale dei londinesi del Crystal Palace. Nel febbraio dell’anno successivo la storia si ripetè: laziali eliminati dagli ungheresi dell’Ujpest.
Nel ’74, proprio nel periodo in cui la “prima squadra” e la formazione Under 23 (guidata da Lovati e Guenza) stavano alimentando coi fatti le proprie ambizioni di scudetto, Tinaburri, allenato da Paolo Carosi, centra la finalissima della Coppa Carnevale, arrivando a scontrarsi con la Fiorentina. Fini’ anche quella volta in una beffa, con i giovani laziali piegati solo al 118° minuto da Claudio Desolati. Altri due giri inermi di lancette e la partita si sarebbe rigiocata quarantott’ore piu’ tardi. Desolati, tra l’altro, aveva già esordito e giocato in serie A.
L’anno successivo, nel ’75, la Lazio di Tinaburri (in cui militavano anche Giordano, Di Chiara, Manfredonia, Ceccarelli, Apuzzo, Lombardozzi) perse la seconda finale consecutiva stavolta ad opera del Napoli. Un tabu’, un terribile anatema: laziali addirittura in vantaggio, ripresi e sorpassati dagli azzurri.
Contro la Fiorentina, sul neutro di Terni, a fine maggio del ’74, Tinaburri si sarebbe preso la sua rivincita, conquistando, assieme a D’Amico, Re Cecconi ed Oddi (in campo in quella sfida senza appello) lo scudetto Under 23, bissando il titolo (denominato “Torneo De Martino”) già vinto tredici anni prima. Tra i viola, quel pomeriggio, c’erano futuri, grandi campioni: Roggi, Antognoni, Saltutti, Guerini, Desolati.
Terzino che oggi etichetteremmo come fluidificante, Giuliano Tinaburri (ricomparso a Tor di Quinto un mese fa, per la partita di beneficenza disputata dalle vecchie glorie della Lazio contro una selezione di ufficiali dei Carabinieri, dopo un letargo di oltre trent’anni) non ha raccolto in carriera quanto avrebbe meritato. Aggregato piu’ volte in “prima squadra” (anche in una tournee negli Stati Uniti), venne girato dal diesse Sbardella a Trieste e Sassari senza incidere granchè. Si è limitato a seguire da lontano, nel corso degli anni, la sua Lazio, tornando una sola volta sugli spalti dell’Olimpico. Soffrendo spesso a casa, davanti alla tv, ogniqualvolta le telecamere inquadravano una maglia laziale. Nessuno, in fondo, puo’ cancellare il primo amore della propria vita.

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