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Lazio difesa personale. In nome del “krav maga”
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di Giorgio Bicocchi

C’è una sezione della galassia-Lazio che sembra essersi calata nella giungla metropolitana.

Perché insegna – davanti ad una aggressione, ad un tentativo di scippo o di rapina, per strada o in garage – a difendersi, a reagire, qualora se ne abbia voglia e, soprattutto, coraggio. Eccola la Lazio Difesa Personale, una delle sezioni piu’ giovani della Polisportiva e, per questo, forse piu’ appassionata. E’ entrata a far parte della famiglia Laziale nel 2010, proprio nell’anno in cui la Lazio festeggiava un compleanno importante, centodieci anni e non sentirli affatto.
Una sezione che si fonda sull’insegnamento e sull’applicazione del “Krav Maga”, un sistema di difesa personale e di combattimento per eccellenza.
Quale è la sua origine? Il “Krav Maga” nasce in Israele nel lontano 1940, fondato da Imi Lichtenfeld, un ufficiale dell’esercito: semplificando il concetto è un sistema di tecniche di combattimento e sopravvivenza. La parola krav maga, significa letteralmente “combattimento con contatto”. Non è un’arte marziale tradizionale, come il karate, il kung-fu, il judo ma un sistema efficace basato su tecniche di combattimento semplici e pratiche. Il fondatore, infatti, l’ha creata per essere appresa in breve tempo ed essere usata non solo in un contesto bellico ma anche in ambito civile. Il krav maga predilige un approccio offensivo: se altre arti marziali tradizionali, soprattutto di matrice orientale, tendono ad associare – oltre all’insegnamento delle tecniche – un sistema filosofico e spirituale, il krav maga risponde a criteri di tipo militare quali l’efficacia e la rapidità avendo come obiettivo primario quello di neutralizzare l’avversario che, in strada, nel nostro caso, potrebbe vestire i panni proprio di un ipotetico aggressore.
In Italia, per la verità, non è ancora molto conosciuto nelle palestre: merito della Lazio Difesa Personale, pertanto, il tentativo di valorizzarlo.
Quanti sono gli iscritti di questa sezione, nata sull’entusiasmo e sulla passione di Paolo Capasso, giornalista dalla lazialità straboccante? Sei ragazzi tra i 18 ed i 30 anni e quattro ragazze tra i 20 ed i 40 anni che, in nome del “Krav Maga”, si ritrovano settimanalmente in palestra, con umiltà e determinazione. “Non facciamo violenza, tentiamo solo di prevenirla”, il motto della sezione. Che sogna di espandersi e di valorizzarsi. Affiliando nuovi proseliti: tutti, rigorosamente, con l’Aquila sul petto.

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