di Giorgio Bicocchi
Sergio Clerici, in una partita della fine degli anni Settanta, sotto la curva Sud, spinse letteralmente la palla in porta, sospingendola dal fango. Così, quel pomeriggio, l’Inter venne battuta. Andò male stagioni più tardi: nel gennaio dell’85 Lazio-Milan non si giocò di domenica ma il giorno successivo, a causa dell’incredibile nevicata che imbianco’ Roma, mettendo praticamente in ginocchio l’intera città.
Intemperie all’Olimpico: ne abbiamo viste… E chissà quante altre ancora ne vedremo. Alla collana di ricordi – di questo tenore – ne manca uno. Accadde esattamente ventisei anni fa. Partita rigorosamente alle 14,30, Fascetti in panchina, la Lazio provava a guadagnare le zone alte della classifica cadetta, dalla parte opposta la Cremonese di Chiorri, un romano che mai fu profeta in patria. Successe tutto nell’arco di pochissimi minuti. La gara iniziò regolarmente ma dopo pochi giri di lancetta il cielo si oscurò. L’Olimpico non sembrava più lo stadio della nostra città ma l’impianto di una capitale asiatica o centroamericana. Un tornado si abbatte’ sul quadrante nord di Roma. Volarono le panchine, i cartelloni pubblicitari. I giocatori scapparono negli spogliatoi, la gente si rifugiò nella pancia dell’Olimpico, fuggendo dagli spalti. Dieci minuti di pioggia e vento intensissimi. Poi, d’incanto, l’arcobaleno. La partita riprese e Paolo Monelli, nella ripresa, regalo’ due punti pesantissimi. Nella domenica del tornado impetuoso allo stadio Olimpico.