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1970, l’estate di Long John
1970, l’estate di Long John

1970, l’estate di Long John

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di Giorgio Bicocchi

Chinaglia cartolina con autografo-wEccola, l’estate, una delle tante in realtà, di Giorgio Chinaglia. Fine giugno del 1970: il Cagliari ancora festeggia uno storico scudetto, l’isola ebbra di felicità. Juan Carlos Lorenzo e’ tornato in Argentina, dettando una sola condizione. Che, ovvero, Long John non sia ceduto. Il ragazzo ingaggiato da Lenzini dall’Internapoli, il piccolo club partenopeo che, stranezze della vita e del pallone, mai ebbe rapporti con la società di Achille Lauro, aveva davvero mostrato stimmate da predestinato. Gol a raffica, segnati in campionato (dodici), in Coppa delle Alpi, nel torneo Anglo-Italiano. Giorgio aveva regolato, nel finale di torneo, anche l’Inter e la Juve, indirettamente orientando lo scudetto dell’amico Gigi Riva.
Date un’occhiata ai giornali dell’epoca che riportiamo. C’è pure uno stralcio del Mundo Deportivo che ne tesse le lodi e lo dipinge come il giocatore italiano più ricercato dal mercato. Si, quello che all’epoca si svolgeva all’Hotel Gallia, dove si davano appuntamento le 124 Fiat invece che le berline a più porte di oggi. La Juve cercava Long John, anche Fraizzoli, anche il Milan. Pure il Cagliari di Scopigno e il Napoli. Giorgione sul tetto del mondo: ingaggi da nababbo, se solo avesse voluto andarsene. Avrebbe avuto una crisi forte, Long John, l’estate successiva, la Lazio retrocessa e il futuro dentro un cilindro.
Fu la Coppa delle Alpi, quei gol a grappoli segnati davanti agli emigranti di Winthertur e Basilea che tanto gli ricordavano i suoi sogni di ragazzo, fuggito dalla Toscana a Cardiff, in cerca di riscatto, e la conoscenza di Tommaso a farlo desistere, legandolo alla Lazio per altre, folgoranti stagioni. Le più belle vissute dai tifosi della Lazio.
Sono pagine ingiallite, quelle che accludiamo. Tornano indietro di quasi mezzo secolo, vivaddio. Con articoli firmati da giornalisti che la Lazio amarono alla follia, come Ezio Luzzi, il radiocronista che rese celeberrimo il vecchio, angusto Cibali.
Giorgio, re del mercato del 1970. Fortunatamente solo abbozzato perché Lenzini mai si sarebbe sbarazzato di lui, anche incassando cifre folli. Giorgio, impazzito di Lazio. Un uomo può morire ma mai far evaporare le eredità che ha lasciato.

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