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Cento anni fa… Romano Pontisso
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di Giorgio Bicocchi

foto_pontissoTempra friulana come Giulio Glorioso, esattamente cento anni fa – il 15 marzo 1915 – nasceva Romano Pontisso. Che ha incarnato nel corso degli anni una Lazialita’ appassionata e mai doma. Tante le foto che, soprattutto al Circolo Canottieri, lo ritraggono con Glorioso, uno giovanissimo Buccioni e Renzo Nostini, il Presidentissimo. Corridore dilettante di buonissimo lignaggio, azzurro come la foto allegata – romantica come soltanto le istantanee in bianco e nero sanno essere – testimonia. E’ leggibile, perché la grafia e’ chiarissima, la dedica al nipote Giancarlo. Pontisso, nel 1939, tre anni dopo i Giochi, sali’ a Berlino per un incontro tra Nazionali, rigorosamente con la maglia azzurra in valigia.
Fratello di Bruno – di dieci anni più piccolo ma scomparso prima di lui, professionista e Campione d’Italia dilettanti appena fini’ la seconda guerra mondiale – Romano fu per lunghi trent’anni il numero uno della Lazio Ciclismo, oltre a diventare uno dei più affezionati tifosi Laziali. Trascorreva tante ore della giornata in via Simone di Saint Bon, nel tempio dei sostenitori degli anni Settanta. Nel contempo, dall’altro lato del quartiere Prati, in via Cantore, una traversa di via Monte Zebio, portava avanti con grande sapienza l’omonimo bar-pasticceria, assieme alla moglie Rosalina. Una eredità senza fine, di sapori e di nobiltà, che ancora oggi il nipote Giancarlo conduce con romanticismo.
Pontisso, assieme agli altri Totem della Lazialita’ come Glorioso e Nostini, ha rappresentato una eccellenza della Polisportiva. Presidente dell’Associazione Atleti Azzurri d’Italia, stimato in Federazione e al Coni, ha saputo infondere nei corridori della sezione il rispetto delle regole e un amore sconfinato verso lo sport e il ciclismo, in particolare. Da tifoso ha invece saputo convogliare nei più giovani – soprattutto dei quartieri Prati, Trionfale e Delle Vittorie – la passione giusta verso la Lazio. Che, d’altro canto, tre anni prima che se ne andasse, gli regalo’ la grandissima gioia del secondo scudetto del calcio.

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