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Domani l’incontro con Papa Francesco: Il discorso di Renzo Nostini a Papa Wojtyla il 27 ottobre 2000
Domani l’incontro con Papa Francesco: Il discorso di Renzo Nostini a Papa Wojtyla il 27 ottobre 2000

Domani l’incontro con Papa Francesco: Il discorso di Renzo Nostini a Papa Wojtyla il 27 ottobre 2000

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di Giorgio Bicocchi

osservatore-romano_28-10-2000-wL’appuntamento è per domani mattina: alle 12 Papa Francesco incontrerà l’intera famiglia della Lazio. Tutti assieme: atleti, atlete, dirigenti, accompagnatori, simpatizzanti. Migliaia di Laziali, appartenenti alle sezioni ed alle attività associate del Sodalizio, in Vaticano, quindici anni dopo l’ultima volta.
Stavolta toccherà al Presidente Generale della Società, Antonio Buccioni, leggere il discorso rivolto a Pontefice. Tre minuti di concetti, emozioni, ricordi, testimonianze in cui Buccioni tratteggerà al Pontefice cosa sia stata la Lazio, dal 1900 ad oggi, e come, gradualmente, abbia dilatato i suoi orizzonti, diventando quasi un formidabile movimento culturale, oltre che sportivo, esaltando l’integrazione, la condivisione, l’associazionismo con quelle migliaia di praticanti che, ogni fine settimana, conduce sui campi di gara.
In una ideale linea tra il 2000 e ciò che accadrà domani in Vaticano, il Centro Studi ha così recuperato il discorso che il Presidente della Lazio di allora, l’Ingegner Renzo Nostini, lesse a Papa Wojtyla il 27 ottobre del 2000: ve lo proponiamo integralmente assieme alla prima pagina (l’articolo è di spalla) che, il giorno dopo, “L’Osservatore Romano” – l’organo della Santa Sede – dedicò all’evento. Dunque, quindici anni fa Renzo Nostini si alzò in piedi, pronunciando questo discorso:
Santità, è con profonda emozione ma anche con orgoglio che Vi presento le migliaia di atleti, di dirigenti e di simpatizzanti della Società Sportiva Lazio ai quali Voi avete concesso il privilegio di celebrare il proprio Giubileo nella sacra cornice del Grande Giubileo bimillenario della Chiesa.
Qui, con noi, come vedete, ci sono tanti giovani. E ci sono, perciò, tante speranze, tanta gioia. C’è, in una parola, la Lazio.
La Lazio ha cento anni di vita ma si sente giovanissima, piena di gioia di vivere, capace di guardare al futuro con la speranza di poter contribuire a renderlo migliore. I ragazzi che chiazzano questa augusta sala con i colori del nostro vessillo sono pertanto sia gli eredi di una gloriosa tradizione sia i testimoni della forza del nostro messaggio. In questi cento anni le Sezioni della nostra Società hanno conquistato 62 titoli nazionali assoluti di società, il più recente dei quali, lo scudetto del calcio, ha riportato Roma al vertice dello sport più amato degli italiani.
Oggi le nostre Società operano capillarmente sul territorio di Roma e della sua Provincia. Siamo diventati più di 8000 ma non abbiamo la minima intenzione di diminuire di numero, credetemi!
Anzi, presto alla nostra grande famiglia, si aggiungeranno tre nuovi sodalizi perché al proselitismo sportivo noi laziali, come ho già accennato, abbiamo una storica vocazione.
La Lazio è infatti nata con l’obiettivo di contribuire alla formazione dei giovani diffondendo, tra di loro, la conoscenza, la pratica e gli ideali dello sport.
Lo sport esalta il valore del sacrificio, insegna a cooperare con i compagni ed a confrontarsi lealmente con gli avversari, a vincere con l’umiltà e a perdere con serenità, educa a rispettare le regole e, soprattutto, parla un linguaggio di fratellanza tra i popoli. Sono questi i valori della Lazialità che da un secolo riteniamo nostro dovere propagare e testimoniare.
Santità, Vi ringrazio per aver voluto consacrare il nostro anniversario concedendoci la Sua benedizione in un anno così denso di indimenticabili eventi e così vibrante di spiritualità cristiana. Vi prego dunque di ricevere a mezzo mio il saluto filiale ed affettuoso di tutti coloro che, dentro e fuori di questa sala, si riconoscono negli ideali sportivi e morali della Lazio”.

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