di Giorgio Bicocchi
Il 25 dicembre 1906, nelle vicinanze del Ponte Alessandro III, adagiato vicino a Place de la Concorde, inaugurato nel 1900, si disputò a Parigi, sulla Senna, la Coppa del Natale, gara di nuoto organizzata dal giornale ‘Gli Sports’.
Trecento metri a nuoto, dentro le gelide acque del fiume che attraversa la capitale francese, per otto concorrenti: assieme a francesi ed inglesi, ai nastri di partenza si iscrisse pure Vittorio Altieri, uno dei primi nuotatori della Lazio, capace, anche nel Tevere, in quegli anni di inizio Novecento, nel tratto che collegava Ponte Margherita a Ponte Mollo, di mettere assieme prestazioni e vittorie.
Nelle scorse settimane vi avevamo presentato alcune pagine dell’agenda redatta, nella seconda metà del 1899, da Luigi Bigiarelli, il cui il fondatore del nostro sodalizio raccontava come, causa furiose inondazioni, gli allenamenti sul Tevere dovettero spesso – e giocoforza – essere rallentati. O, talvolta, cancellati. Torneremo nei prossimi giorni a svelarvi il contenuto di quell’agenda, un romantico documento che racconta come il sogno-Lazio ebbe origine.
Erano gli anni in cui, in quella Roma bellissima, popolata di carrozze e di sogni verso il nuovo secolo, i pionieri della Lazio ipotecavano il futuro sportivo nel quadrante Nord della città. Ancherani aveva iniziato, complice il pallone regalatogli da Bruto Seghettini, ad inculcare ai più giovani – incontrati sulla spianata di piazza d’Armi e vestiti coi nostri colori – la passione verso il football. Si giocava al Parco dei Daini, si nuotava alle piscine delle Acque Albule, a Tivoli. Calcio, nuoto, pallanuoto: l’essenza della Polisportiva iniziava, gradualmente, a manifestarsi. Mentre atleti d’acciaio come Altieri – qui ritratto in una foto d’epoca, recuperata dal Centro Studi, che mette in evidenza un fisico scultoreo – nuotavano come portenti, nel Tevere e non solo, lasciando dietro di se’ una scia di ammirazione.
Come andò a finire quella gara a Parigi, vi sarete chiesti. Altieri guadagno’ la testa di quel coraggioso plotone dalle prime bracciate, davvero sognando di diventare re della Senna, dopo esserlo stato in molte gare natatorie svoltesi nel Tevere. Venne però ripreso e superato, timbrando comunque un onorevolissimo secondo posto.
Una ricostruzione che testimonia come – anche fuori dai confini – l’olimpismo dei nostri pionieri, ai primi del Novecento, contraddistinse lo sport italiano. Lazio: volti e storie, di uomini e donne, che hanno colorato un’epoca.