di Giorgio Bicocchi
Le gare erano in programma alla ore 15 ma il pubblico poteva cominciare ad affluire all’interno di Villa Pamphili da tre ore prima. Biglietti, a salire, da una lira, anche per ammirare la sfilata, prima delle prove, di velocipedi ed automobili.
Una sorta di piccola, accattivante Olimpiade: il cartellone prevedeva, infatti, gare di tamburello, salto in alto e in lungo, nuoto, palla lanciata, ovviamente corsa. Erano gli anni, quelli, in cui – in una Roma bella, che, curiosissima, strizzava l’occhio al nuovo secolo – chi amava lo sport era solito cimentarsi in parecchie discipline. Il culto dell’olimpismo: la virtù esclusiva che i primi pionieri che diedero vita all’ideale-Lazio ebbero, di li’ a poco, salda e vitale. Sotto Piazza della Libertà, all’ombra del Ponte Margherita, i primi atleti con la Lazio già nel cuore, dal gennaio del 1900 in poi, erano soliti radunarsi per nuotare, correre. Mentre sulla spianata di piazza d’Armi Sante Ancherani cominciava a diffondere ad altri fratelli vestiti con i colori della Grecia la passione verso il football.
La storia che oggi raccontiamo e’ suggerita dalla famigerata agenda di Luigi Bigiarelli, recuperata dal Centro Studi, una autentica reliquia che racconta, svela, narra storie e risvolti spesso sconosciuti. Bene, il 21 maggio 1899 – come riporta la pagina dell’agenda che riportiamo – Luigi Bigiarelli, reduce da duri allenamenti consumati nella zona Nord della città, da Ponte Mollo fino a Ponte Margherita, dalla foce del Teverone (come veniva chiamato il corso basso del fiume Aniene) fino all’Acqua Acetosa, vinse – come da lui stesso riportato – il campionato di corsa veloce del Lazio, percorrendo 120 metri sull’erba in quattordici secondi e quattro quinti.
Erano le settimane in cui colui che, da li’ a qualche mese, avrebbe fondato la Lazio si era lasciato crescere la barba, assumendo l’aspetto che compare nelle foto che lo ritraggono. Erano i giorni in cui Luigi, grazie allo sport, alle corse a perdifiato spesso condotte assieme agli amici Balestrieri e Grifoni (due degli altri fondatori), stava provando a dimenticare quell’amore sfiorito in fretta, una ragazza – come pubblicato ad inizio del mese corrente dal Centro Studi – fuggita a Bruxelles.
E fa un certo effetto, sfogliando l’agenda e soffermandosi sulle righe relative al 21 maggio 1899, vedere scritto proprio da Bigiarelli il nome ‘Lazio’. Una passione sportiva ed uno stile di vita il cui seme era già in embrione, pronto a sbocciare il 9 gennaio 1900.