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Boscaini, il campione del nuoto tradito dal mare
Boscaini, il campione del nuoto tradito dal mare

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di Giorgio Bicocchi

Boscaini-wIl primo luglio 1973 Pietro Boscaini si immerse nelle acque azzurre dell’Isola di Montecristo per una battuta di pesca subacquea. Lasciò a riva la moglie, sposata da appena due mesi. Classe 1947, figlio unico di un dipendente di banca, campione della Lazio Nuoto, non sarebbe più riemerso, probabilmente ucciso da una sincope. Il suo corpo venne rinvenuto adagiato su uno dei fondali dell’isola, vero paradiso per i sub e gli amanti del mare, a dieci metri di profondità.

Insomma, il fenomeno dell’acqua, una delle ultime stelle della Lazio Nuoto di fine anni Sessanta (la sua nidiata comprendeva anche Giorgio Quadri, Daniele Masala, i fratelli Barelli, tra gli altri), abituato a fendere la superficie con bracciate poderose, venne clamorosamente tradito proprio dal mare. Uno schiaffo del destino, uno dei tanti patiti, nel corso della sua ultracentenaria storia, fatta di uomini e donne, dalla Polisportiva.
Boscaini – ritratto a lato con la classica (e bellissima) tuta celeste scuro della Lazio Nuoto – era stato uno degli ultimi prodotti dell’era-Zabberoni, il mago della Florentia che Renzo Nostini aveva improvvisamente portato a Roma, affidandogli l’incarico di forgiare i nostri campioni del domani. Boscaini assomigliava ad una sorta di predestinato: a dodici anni vinse una Coppa solo per essere stato il più giovane partecipante agli Assoluti di Nuoto. Da allora fu una costante crescita: Zabberoni lo trasformò da dorsista in stileliberista, intravedendo per lui un futuro da re. E Pietro, oggettivamente, non tradì le attese. Disputò due Olimpiadi: nel ’64 a Tokyo timbrò l’ingresso nella finale dei 100 metri stile libero, disputando pure l’atto conclusivo della staffetta 4 x 100 stile libero. Partì anche per le Olimpiadi di Città del Messico (aveva 21 anni) portandosi appresso l’etichetta di potenziale erede di Paolo Pucci, un’altra figura leggendaria della sezione più antica della Polisportiva, in virtù di quel 54″ e 7 fatto registrare sui 100 stile libero. Nel ’69 avrebbe vinto l’ultimo titolo italiano mentre l’anno successivo avrebbe difeso per l’ultima volta i colori azzurri in un incontro con la Polonia.
S.S. Lazio 1981 a-wAveva già schivato la morte, qualche anno prima, non imbarcandosi sull’aereo che precipitò nei cieli di Brema, portando via – complice un destino infame – la meglio gioventù del nuoto azzurro, maschile e femminile.
Partì per il mare di Montecristo per battute di pesca subacquea, all’inizio dell’estate di quarantuno anni fa: perse la vita in modo beffardo.
La Lazio Nuoto – per onorarne la memoria – avrebbe organizzato, negli anni a seguire, varie edizioni di un Memorial a lui intitolato (il Centro Studi, al riguardo, presenta ai suoi affezionati la foto di una delle medaglie celebrative).
Pietro Boscaini, stella del nuoto, morto in mare, in modo ingiusto, a soli ventisei anni. Uno dei tanti (troppi) tributi alla sorte del mondo-Lazio.

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